In un periodo in cui l’Italia è divisa in zone di diverso colore in base alla situazione dei contagi che registra ogni regione, sono tante le domande che ci si pone e i dubbi su ciò che è concesso o meno fare nella vita quotidiana.

La limitazione degli spostamenti è uno dei topic principali, soprattutto per la categoria di studenti fuorisede e giovani lavoratori che sono soliti a frequenti viaggi per motivi di studio e lavoro.

Cosa dice il DPCM?

Il Decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, e il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) del 14 gennaio 2021 hanno disposto l’applicazione di misure restrittive per il contenimento del contagio da COVID-19, a partire dal 16 gennaio fino al 5 marzo, dividendo di fatto – in base alle Ordinanze del Ministro della salute, con cadenza ogni due settimane –  il Paese in aree gialle, arancioni e rosse.

Fino al 15 febbraio sono di norma vietati gli spostamenti tra le regioni che però rimangono consentiti per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità, anche verso un’altra Regione o Provincia autonoma; inoltre è sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Che differenza c’è tra residenza, domicilio e abitazione?

La residenza è il luogo in cui un individuo ha la dimora abituale: risulta dai registri dell’anagrafe e quindi è verificabile in ogni momento; il domicilio è il luogo che la persona ha stabilito come sede principale dei suoi affari e interessi e, quindi, può differire dalla residenza.

L’abitazione, infine, non ha una definizione precisa in ambito tecnico, ma è possibile descriverla come il luogo in cui di fatto si abita con continuità o con periodicità per motivi di lavoro, studio o altre esigenze.

Per fare un esempio, uno studente che è residente in Calabria ma è iscritto all’università a Roma può spostarsi senza problemi sia verso la residenza che verso la casa in cui abita nella Capitale.

È sempre necessario produrre un’autocertificazione per gli spostamenti?

Dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti è obbligatorio: lo strumento è l’autocertificazione, mediante la compilazione dei moduli prestampati da compilare autonomamente o in dotazione alle forze dell’ordine. È sempre consigliabile inoltre portare con sé la documentazione utile (es. tesserino universitario, copia del contratto d’affitto dell’appartamento, ecc.) idonea a dimostrare ciò che si è dichiarato. Le autodichiarazioni sono soggette a controlli successivi e la falsità delle dichiarazioni costituisce reato.

C’è una limitazione in termini di orario per il ritorno a casa?

Il rientro a casa  di norma deve sempre avvenire tra le 5.00 e le 22.00, in tutto il territorio nazionale, sia nei giorni feriali che festivi. I motivi che giustificano gli spostamenti tra le 22.00 e le 5.00 restano esclusivamente quelli di lavoro, necessità o salute.

Gli studenti possono spostarsi tra abitazione e residenza.

La raccomandazione – per qualsiasi spostamento – è sempre quella di mantenere la distanza interpersonale, utilizzare i dispositivi individuali di sicurezza e igienizzare spesso le mani. Nell’attesa e nella speranza che tutto torni quanto prima alla normalità, restituendo a tutti i fuorisede la possibilità di studiare serenamente in presenza, con le risate dei colleghi e i momenti di impegno e svago che rendono meravigliosa la vita universitaria.

È solo grazie alla bellezza degli anni vissuti da universitari, a quelle esperienze, a quella crescita, che è nato Studentflat.